L’Italia è l’unico Mercato del Giorno Prima (MGP) zonale europeo in cui chi acquista energia la paga ad un unico prezzo di acquisto, denominato PUN – Prezzo Unico Nazionale, indipendentemente dalla zona in cui si trova, mentre le offerte di vendita sono soggette al prezzo della zona cui fanno riferimento. La Commissione Europea ha richiesto all’Italia di superare il PUN dal 2025, in ottica di una maggiore armonizzazione del mercato interno europeo.
Dal 2025, quindi, in Italia vi saranno solo prezzi zonali. Quale potrebbe essere l’impatto di superare il PUN sui mercati elettrici? E in futuro, come saranno i differenziali di prezzo tra le zone di mercato?
Il PUN è stato introdotto fin dall’inizio del Mercato Elettrico per poter superare, dal punto di vista dell’acquirente, le differenze di prezzo tra diverse zone, così da non avere squilibri tra consumatori causati, principalmente, da una localizzazione degli impianti di generazione disomogenea sulla penisola, caratterizzati anche da efficienze differenti, unitamente capacità di trasporto della rete limitata, non in grado quindi di far fluire dalle zone a basso prezzo alle zone ad alto prezzo tutta l’energia richiesta.
Il decreto 210/2021 prevede che ARERA definisca un meccanismo transitorio di perequazione tra i clienti finali a compensazione dell’eventuale differenziale tra il prezzo zonale e il prezzo di riferimento calcolato da GME, unitamente alle relative modalità di copertura; ARERA ha stabilito che tale meccanismo troverà applicazione almeno fino al 31 dicembre 2025, specificando poi che la relativa applicazione è da intendersi tra gli utenti del dispacciamento e non direttamente tra i clienti finali, in quanto afferente a partite economiche relative ai mercati all’ingrosso dell’energia e non ai mercati retail.
E nel futuro? Il superamento del PUN dal 2025 non comporterà di per sé un perfetto allineamento dei prezzi zonali, che continueranno ad essere disallineati per via delle limitate capacità di trasporto interzonali, ma anche in virtù di una forte penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, potenzialmente disomogenea sul territorio nazionale. Per tali motivi risulta interessante valutare i risultati anche in termini di impatto sui mercati dell’energia elettrica della modifica del mix tecnologico di generazione per effetto della crescita della generazione da fonti rinnovabili, delle prospettive di sviluppo della partecipazione attiva della domanda nei mercati e dello sviluppo delle reti al 2030.
Senza il PUN, i prezzi di acquisto e vendita possono variare, influenzando i volumi scambiati. Questo può portare a nuove dinamiche di prezzi e volumi in ogni zona di mercato.
Quindi l'alto uso di rinnovabili influenzerà i prezzi tra le zone italiane, favorendo quelle con maggiore produzione solare ed eolica.
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